Riprendere in mano le attività dei propri avi da un lato rende fieri, dall’altro implica sforzi e responsabilità maggiori rispetto all’avvio di un progetto ex novo, dove la libertà di azione è totale. Anche intraprendendo una nuova linea di prodotti, permane quella forma reverenziale di rispetto verso la storia e verso chi ha creato qualcosa che, dopo secoli, vale ancora la pena far rivivere.
Oggi la tecnologia viene in soccorso e, molto spesso, il risultato finale riesce a superare l'originale. È proprio il caso della nuova strada intrapresa da James Eadie.
Era il 1877 quando James Eadie registrò il suo marchio, un simbolo semplice ma audace. Il pronipote, Rupert Patrick, scoprendo antichi libri mastri del XIX secolo contenenti annotazioni sui whisky acquistati e sulle ricette utilizzate per creare il blend di famiglia, decise di far rinascere il mito.
Nel 2017 ha creato un gruppo di lavoro dedicato alla selezione dei whisky provenienti da circa venti distillerie, scegliendo con cura la tipologia di botti per gli affinamenti (Malaga, Sherry, Brandy, Madeira o Marsala) e, soprattutto, stabilendo il giusto tempo di imbottigliamento (almeno 8/9 anni).
In linea con la filosofia di autenticità, nessuno dei whisky viene addizionato con zuccheri o coloranti.
La gamma attuale si articola in tre linee: Cask Finish, Small Batch e Single Malt.
L’iconico blend X Trade Mark riprende fedelmente la ricetta originale e nasce da whisky provenienti da 14 diverse distillerie scozzesi, con una composizione di 60% whisky di cereali e 40% whisky di malto, maturati in botti ex-bourbon ed ex-sherry.
La torbatura è media, mentre la profondità gustativa abbraccia i profumi marittimi di Islay, i sentori erbacei delle Highlands e la dolcezza fruttata dello Speyside.
Distribuito in Italia da Sagna S.p.A.
Photo credit: James Eadie